Figli e figlie nati di donna
Ma quanto è duro a morire il patriarcato…
di Iole Natoli
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Nel giugno del 1996
usciva sulla storica rivista noidonne - con qualche piccolo taglio
irrilevante, dovuto a questioni di spazio - un mio scritto indirizzato a
Roberta Tatafiore, che curava la rubrica delle Lettere. Titolo, Figli e
figlie nati di donna, ovvero il
cognome della madre.
Rilevo en passant che il cognome della madre, anzi “Nel cognome della madre” rappresenta
una sorta di sigla che attraversa l’intera lotta per il cognome, non solo per
il suo significato ma per il ricorrere della formula linguistica.
Questo lungo filo di
Arianna parte infatti da un titolo
abbastanza antico, quello con cui sul quotidiano cartaceo La Stampa si
annunciava e commentava il primo ricorso in Italia contro lo Stato (il mio
del 1980), continua con il nome
dato da Equality Italia alla sua campagna di sostegno al progetto Garavini,
lanciata nel 1913, e proseguirà
sicuramente altrove (se già non è riapparso a mia insaputa) finché non
sarà stato risolto il problema. D’altronde “nel cognome del padre” ci siamo
già, anzi ci siamo sempre stati, sempre e solo in quello, neanche fosse il
primo comandamento della Bibbia “Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro
Dio all’infuori di me”…
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«I cambiamenti non scendono dal cielo, i cambiamenti si immaginano, si cercano, si reclamano e, a volte, si ottengono». Di Iole Granato, co-amministratrice di due gruppi di FB sul cognome.
lunedì 27 gennaio 2014
IL COGNOME DELLA MADRE / Una Lettera a noidonne del giugno 1996
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