Come si comportano negli altri Paesi
di Iole Natoli
(quotidiano
L’ORA, Palermo, 30 Dicembre 1980)
|
||||
PREMESSA
Come ho scritto quando ho inserito i precedenti articoli, avevo evitato per lungo tempo di mettere on line i miei vecchi articoli a stampa sul Cognome materno, perché il trascorrere degli anni me ne aveva reso evidenti alcuni limiti.
Essi però non attestano solo
dell’evoluzione di un progetto, ma informano sul diffondersi dell’idea del
DOPPIO COGNOME tra il pubblico, sia pure con una lentezza esasperante, come
accade per qualsiasi iniziativa da cui discenda una modifica del costume
sociale.
Anche qui commenterò in alcune note i
punti che, in positivo o in negativo, riterrò necessario evidenziare.
|
||||
Nel 1980 l’avvenimento più importante
sulla strada dell’emancipazione femminile è avvenuto a Copenaghen, dove
duemila donne si sono riunite per la II Conferenza mondiale sulla condizione
femminile, promossa dall’Onu. Tra gli obiettivi individuati ed inseriti nella
piattaforma rivendicativa, per l’attuazione d’una effettiva parità tra i
sessi, c’è il riconoscimento del diritto della donna coniugata di trasmettere
il proprio cognome alla prole [1]. (continua -->)
In Italia il problema è già d’attualità,
per via d’una causa civile promossa a Palermo, che mira ad ottenere su questo
specifico argomento una sentenza della Corte Costituzionale [2].
Ma negli altri Paesi, qual è la situazione al momento attuale?
|
||||
Un’indagine da noi svolta, con la
cortese collaborazione di alcune ambasciate straniere in Italia, ha
confermato le previsioni circa la regola generale. Ed infatti nella maggior
parte dei paesi per i quali si è avuta risposta, i figli nati nel matrimonio
portano sempre e soltanto il cognome
|
||||
del padre. Alcune eccezioni però
esistono e meritano di essere conosciute. Citerò dunque i casi della Spagna,
dell’Austria e della Norvegia, significativi e diversi fra loro.
In Spagna i figli portano e
conservano sempre, per regola generale, il cognome paterno seguito da quello
materno.
In Austria i figli portano un unico
cognome, che è sempre quello del padre. Tuttavia, poiché il
|
||||
cognome dei coniugi deve essere
unico, il codice austriaco prevede che i fidanzati, prima di contrarre
matrimonio, possano scegliere quale cognome comune quello della donna. In
questo caso i figli avranno il cognome [3]
della madre, ma solo per via indiretta; ed infatti ciò accadrà solo perché il
cognome della donna sarà divenuto anche cognome dell’uomo, in virtù di quella
scelta.
In Norvegia ci troviamo di fronte ad
un capovolgimento della situazione. Per regola iniziale, infatti, il bambino
nato nel matrimonio prende il cognome della madre. Se si preferisce che il
figlio abbia il cognome del padre, è necessario darne comunicazione
all’autorità
|
||||
entro sei mesi dalla nascita del
bambino. Ciò qualora i coniugi abbiano mantenuto due cognomi diversi. In
Norvegia, infatti, esiste anche la possibilità, sia per l’uomo che per la
donna, di scegliere all’atto di contrazione del matrimonio il cognome
dell’altro coniuge. In tal caso di verificherà il caso opposto a quello che
può determinarsi in Austria; cioè il figlio porterà il cognome [4]
del padre solo se esso sarà divenuto anche cognome della donna.
Ampia possibilità di scelte
individuali in Norvegia, parità non completa in Spagna, esile scappatoia per
il diritto della donna in Austria. E negli altri Paesi? In Svizzera, Usa,
Paesi Bassi, Lussemburgo, Danimarca, la situazione è analoga alla nostra [5].
Il padre, è il caso di dirlo, impera. In Svizzera, tuttavia, è in corso una
procedura di revisione della normativa vigente. È presumibile che nella
maggior parte degli Stati, per i quali tuttavia non si hanno notizie certe,
le norme poco si discostino dalla patronimia, scelta dal maschilismo quale
regola aurea, a sostegno della propria visione del mondo. C’è da augurarsi
che l’Italia possa uscire da tale posizione di arretratezza civile, per
allinearsi con i paesi più avanzati sul piano della parità dei diritti.
Questo sarà, si spera, uno fra i temi
della lotta delle donne, nei mesi a venire.
|
||||
Palermo
30 Dicembre 1980 - Milano, 3 Luglio 2013
|
© Iole Natoli
|
|||
____________________________________________________________________
|
||||
EDUCARE AL RISPETTO DI GENERE FIN DALLA NASCITA
Il diritto al doppio cognome è del figlio
|
||||
PROPOSTA
DI LEGGE in 10 articoli per il DOPPIO COGNOME
PARITARIO All’attenzione del Parlamento
italiano
|
||||
____________________________________________________________________
|
||||
Note odierne all'articolo del 1980
[1] A_
In realtà, anche al di fuori del matrimonio si è sempre posto lo stesso
problema nel caso di riconoscimento contestuale alla nascita del figlio.
Proprio allo scopo di aggirare l’ostacolo, diverse coppie non coniugate hanno
scelto la via del riconoscimento paterno differito.
B_
Diversamente dalla legislazione di altri Paesi e dalla convinzione comune,
non esiste da noi un diritto di “trasmissione” del cognome ai figli, come ho
scoperto in seguito alla sentenza sul mio caso, la prima sull’argomento in
Italia, qui citata alla nota successiva. Il cognome viene “acquistato” dal
figlio e non c’è alcun genitore che “trasmette”.
[3]
cognome “originario”, nel testo a stampa.
[4]
cognome “originario”, nel testo a stampa.
[5] Il
riferimento è esclusivamente all’anno 1980. Successivamente, sono stati
introdotti mutamenti. Il Lussemburgo, ad esempio, ha modificato le
disposizioni sui cognomi con Legge del 23 dicembre 2005.
____________________________________________________________________
Vai anche agli altri articoli a stampa
Precedenti:
_ Doppio
cognome per i figli in Italia. Primo mio scritto sull'argomento del giugno
1979 / La soppressione della donna nella struttura familiare (-->)
_ Il 143
bis del codice civile e il DOPPIO COGNOME dei figli in Italia / Ma è proprio
obbligatorio il cognome del marito? (-->)
Successivi:
_ Perché al figlio il cognome del
padre? (-->)
_ Evoluzione sociale, modello familiare e formazione dell’identità: ipotesi per un mutamento, mensile “Il Confronto meridionale”, Palermo, Maggio 1988 (-->). |
«I cambiamenti non scendono dal cielo, i cambiamenti si immaginano, si cercano, si reclamano e, a volte, si ottengono». Di Iole Granato, co-amministratrice di due gruppi di FB sul cognome.
mercoledì 3 luglio 2013
AI FIGLI IL COGNOME DELLA DONNA
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento